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Risotto alla Monzese

Bontadilombardia
Pubblicato da Gianni in Il Cibo tra Storia e Leggenda · 12 Marzo 2020
Tags: RisottoMonzeseGubianaJovanaZafferanoLuganegaSalsiccia
Al RISOTTO ALLA MONZESE si associa una interessantissima leggenda con tradizioni molto antiche.

Nel mondo agricolo da sempre l’anno era scandito da ricorrenze che accompagnavano le stagioni e, a differenza dei nostri tempi, servivano a partecipare ai ritmi della natura, anche attraverso feste e ricorrenze,
Nel corso dell’inverno a fine Gennaio, era usanza bruciare, in modo simbolico, il vecchio anno, per augurarsi un anno nuovo ricco di nuovi raccolti.
Rituali importanti, come la Festa della Gubiana, probabilmente legata a Giove, da cui l’aggettivo “Jovana “.
Rituali che spesso il Cristianesimo ha integrato percio’ da precedenti elementi pagani, mettendone poi in disparte i precedenti riferimenti

Cosi’ nelle narrazioni popolari, Giubiana è diventata una figura femminile, a volte una vecchina, altre volte una strega, da scacciare simbolicamente insieme ai rigori dell'inverno. L'elemento più caratterizzante della festa è rimasto il grande falò, che ancor oggi è percepito da tutti come un simbolo di rinnovamento e di ripartenza del nuovo anno.

La storia di questo personaggio ha naturalmente diverse varianti, a seconda dell'area geografica.

“Secondo il racconto popolare, la Giubiana era una vecchia strega, magra, con le gambe molto lunghe e le calze rosse. Viveva nei boschi e grazie alle sue lunghe gambe, non metteva mai piede a terra, ma si spostava di albero in albero. Così osservava tutti quelli che entravano nel bosco e li faceva spaventare, soprattutto i bambini. L'ultimo giovedì di gennaio, era solita andare alla ricerca di qualche bambino da mangiare. Una mamma, per proteggere il suo bambino, decise di tenderle una trappola. Preparò una gran pentola piena di risotto giallo (zafferano) con la luganega (salsiccia), e lo mise sul davanzale della finestra. Il profumo era delizioso, da far venire l'acquolina in bocca. La Giubiana sentì il buon odore e saltellò fuori dal bosco verso la pentola, e cominciò a mangiare, un po' alla volta, tutto il contenuto dell'enorme pentolone di squisito risotto. Il risotto era veramente tanto, eppure era così buono, che la famelica Giubiana non si accorse del tempo che passava. Non si accorse che il sole, che uccide le streghe, stava ormai per sorgere. Quando la Giubiana finì tutto il risotto, il primo raggio di sole era ormai spuntato: la Giubiana fu così polverizzata dalla luce del sole, e da quel giorno tutti i bambini furono salvi. Fu così che per ricordare quella vicenda a fine gennaio si prepara il risotto con la luganiga e si brucia il fantoccio con le sembianze della vecchia strega.” (Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Giubiana)

      


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